lunedì 17 marzo 2008

Phnom Penh

Phnom Penh è una città tutto sommato facile, soprattutto per chi arriva dalla turbolenta Saigon. Ero stato qui otto anni fa, le strade erano sterrate, il traffico di motorini e carrettini mi aveva colpito, adesso le strade sono asfaltate, i viali principali sono separati da aiuole dall'erba ben curata e il governo ha dipinto strisce bianche sull'asfalto, strisce che hanno inizialmente suscitato curiosità negli abitanti ma che poco dopo hanno perso completamente di interesse. Nessuno ha il minimo sospetto che quelle strisce servano a regolamentare i parcheggi e tutti arrampicano le loro automobili nella maniera più anarchica.
Le regole del traffico sono simili a quelle vietnamite, con qualche bizza in più: per guidare la macchina serve? La macchina. In Cambogia non c'è patente. La targa? Può anche esserci. A volte. Ad un ragazzo che mi ha accompagnato ad un mercato in moto prima di partire ho chiesto: "Ce l'hai un casco?" - "Ho un cappellino!" Mi ha risposto entusiasta. No, grazie. Mi dà fastidio alla testa. Quante persone possono andare su un veicolo? Tante, se sono magre.
Per svoltare a sinistra occorre lentamente invadere la corsia opposta e procedere contromano, mentre tutti suonano il clacson per segnalarti che ti hanno visto, fino all'altezza della via in cui si intende svoltare. I semafori ci sono, ma vengono considerati al pari delle numerose lucine che rallegrano le vie e le insegne dei negozi. In Cambogia si guida a destra, come da noi in Italia, e andare contromano è vietato, a meno che non si tenga la sinistra. Questo perché due negazioni (contromano e tenere la sinistra) fanno una cosa positiva. Stringente logica asiatica.
La guesthouse in cui risiedo è vicina al palazzo del re, al fiume e ad una delle passeggiate principali della città. Mi incammino passando in mezzo a banchettini di frutta, amache appese ai cartelli stradali con qualcuno che ci dorme dentro, bambini cenciosi che chiedono l'elemosina a piedi nudi e altri che corrono lungo gli argini e si buttano dentro al fiume, per giocare. Tre fiumi confluiscono in quest'area: il Mekong, che qui raggiunge la sua massima larghezza, ed è davvero impressionante, il Tonlé Sàp, emissario dell'omonimo lago e il Bassàc. Nella stagione delle piogge il Mekong si gonfia ed aumenta la sua portata al punto che il Bassàc cambia direzione e forma un lago qualche chilometro più a monte. I contadini muovono le loro case e fuggono verso le colline. Ogni anno.
Procedendo lungo la passeggiata arriviamo al FCC, il Foreigners Correspondance Club della Cambogia, il posto in cui da sempre si ritrovano giornalisti e reporter di tutto il mondo quando sono qui per lavoro.
Adesso, mentre vi scrivo, sono qui, sulla terrazza dell'FCC. Anche Terzani è passato di qua, e l'idea che un pilastro della letteratura sull'Asia come Tiziano Terzani abbia frequentato questa terrazza mi fa venire la pelle d'oca.
L'ambiente è vecchio stile, arredamento in legno scuro ma lineare, le pareti sono a color caldi, con pregevoli fotografie in bianco e nero in sobrie cornici e il secondo piano è tutto una balconata che dà su sua maestà il Mekong. Come se non bastasse, siamo al tramonto. E' un di quei momenti in cui voglio bene a tutti e abbraccerei tutto il mondo, come dopo una mangiata dagli zii. Vorrei che foste tutti qui, a vedere quello che passa sotto i miei occhi: lente imbarcazioni sfilano lunghe e sottili alla luce degli ultimi raggi del sole che colpiscono le fiancate e ne esaltano i colori vivaci. Il cielo sfuma dall'azzurro al rosa e alcune nuvole se ne stanno immobili a guardare la vita che brulica nella strada sottostante e sul fiume.
L'FCC di Phnom Penh è uno di quei posti che ti fanno sentire il sapore del viaggio, che ti fanno aprire il cuore alla gente che vive qui o che viene qui per lavorare e che apre uno spiraglio su quanto sia complicato, articolato e differente dal nostro mondo il pianeta asiatico.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Personalmente mi viene molto di più la pelle d'oca leggendo i tuoi racconti e immaginandoti al tramonto con il fiume Mekong che scorre ai tuoi piedi! senza offesa x Terzani eh? :)
Tanì

Anonimo ha detto...

Quanta bellezza in tutto quel disordine, comunque scorre e a differenza dell'occidente senti la vita pulsare. E pensare che che non sei nemmeno a metà del tuo cammino, chissà quante meraviglie avrai ancora da scoprire. Tieni gli occhi e il cuore sempre aperto.

Anonimo ha detto...

...ma siamo tutti lì con te! Le tue descrizioni, di luoghi e sensazioni, ci rendono partecipi di quello che tu stai vivendo. Ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea
ti scopro un animo da scrittore, e vai all'artista a tutto tondo!!! che bel viaggio. Quando fai un salto nella natia e puzzolente Milano fatti sentire.
Lupo