giovedì 17 aprile 2008

L'elefante.

Ho appena trovato una sistemazione nel villaggio di Pha Pho, dove mr. Bhom, il classico signore tuttofare (una figura comune anche nei nostri paesi più piccoli) affitta camere ai viandanti. Mr. Bhom, che parla un po' di francese, vive con la famiglia nella casa accanto, ma forse la sua famiglia si estende anche alle altre due case adiacenti. Tra figli e nipoti saranno una trentina di persone. E' anche il medico e il farmacista del paese, nonché veterinario.
Due sono le figlie che lavorano alla guesthouse, una parlicchia inglese, si chiama Dubi e fa da mangiare. Malissimo. Prima faceva la maestra nella scuola di Pakxé, la città più vicina.
L'altra non parla mai, sorride sempre e deve aver avuto un grave problema o subito un brutto incidente, perché ha il setto nasale sfondato e un occhio chiuso, la faccia deformata. E' la più simpatica, mi fa dei gran sorrisoni quando la saluto la mattina in laotiano, dicendole "Sabaidee!" Si inchina e ride.
Il signor Bhom mi parla della birra Lao, mentre mangio il terribile pastone zuccheroso preparatomi dalla sciagurata figlia (ma non poteva restare a fare la maestra? C'è tanto bisogno di istruzione, nel mondo...) e mi dice che è così buona perché per farla ci mettono dentro il riso e la frutta, mentre nelle altre birre non mettono neanche un po' di riso, solo la frutta.
Non si è mai finito di imparare...
Mentre mi parla vedo che brandeggia una siringa. Si china e fa un'iniezione nella pancia ad un altro signore, più anziano, che era sdraiato in silenzio su una panca. Io, aiutato dal delizioso pranzetto, ho un urto di vomito. Mi giro dall'altra parte.
Hai voluto andare nei villaggi in cerca della vita selvatica? Beccatela, adesso, e divertiti.
Mr Bhom mi dice che intorno al villaggio non c'è niente, solo campi, e più lontano, la giungla. "Bello!" dico io, "E come si può andare nella giungla?" "Con l'elefante".
Mi spiega che lui e un suo amico hanno un paio di elefanti, con cui trasportano i tronchi più pesanti per costruire le case, e che se voglio posso andare a fare un giro. Ovviamente accompagnato dal suo amico. Nove dollari. Ok, affare fatto.
Nel frattempo sono molto incuriosito dalla presenza di elefanti nella zona, decido di andare a vederli da vicino. Mr Bhom mi indica un campo, un campo immenso, diviso in due da una strada sterrata che si estende a perdita d'occhio.
Mi incammino per la strada, e ad un certo punto individuo due bestioni, lontani lontani, che ciondolano le proboscidi nel sole torrido, con movimenti lenti.
Mi avvicino sempre di più, esco dalla strada e mi inoltro nel campo. Vento e nessun altro rumore, a parte i campanacci al collo dei due giganti. I bestioni diventano sempre più grossi. Mi hanno visto da tempo, ogni tanto sbattono le orecchie. Sbuffano. Arrivo ad una ventina di metri. Se dovessero partire di corsa non ci sarebbero ripari per me, e non so quanto corra un elefante o che scatto possa avere. Ma lo posso sempre scoprire in un documentario, oppure leggere in un libro, no? Devo proprio sperimentarlo sulle mie cotiche?
Sì.
Devo.
Altrimenti potevo starmene a casa.
Mi avvicino altri cinque metri. Mi accorgo che i pachidermi hanno pesanti catene alle zampe davanti, che ne restringono i passi, rallentandoli in caso di nervosismi improvvisi. Tranquillizzato, mi avvicino lentamente, badando a dove metto i piedi. Gli elefanti non sono gli unici ad abitare questi prati ricchi di pozzanghere e acquitrini, circa un terzo dei serpenti velenosi del pianeta vive qui, e io sono in ciabatte.
Adesso sono fermo, ci guardiamo. I due colossi, bestie da lavoro, sono davvero enormi. Coperti di terra secca e fango, si stanno lentamente avvicinando. Mosche gli girano intorno, e tanti insetti. Uno dei due ha occhi gialli, dalla pupilla piccolissima. L'altro ha teneri occhi scuri, più tranquillizzanti. Si avvicinano ancora. Evito di farmi circondare dai due, mi danno l'impressione che potrebbero schiacciarmi fra loro senza neanche accorgersene. Sono buoni ed erbivori, mi ripeto, ma non mi sento molto tranquillo. Allora guardo a terra, tenendoli d'occhio in modo indiretto, e questi si avvicinano ancora. Quello con gli occhi gialli arriva ad un metro. Mi guarda, muove un orecchio e sbuffa. Alzo lentamente una mano, fino a toccare la proboscide, ruvida, polverosa, coperta di peli assolutamente sgraziati, radi e rigidi. L'elefante emette un ringhio sordo, profondissimo e basso.
Cazzo non sapevo ringhiassero.
Mi si gela il sangue.
Faccio un passo indietro. Un altro. Altri due. Ho i peli ritti e sento freddo. La loro testa enorme è due metri sopra di me. Come altre volte in questo viaggio, mi dò del pirla. Mi allontano controllando terreno e bestione.
Altri dieci passi, i due animali non si muovono. Torno al villaggio cercando di fischiettare, un po' irrigidito e intontito dallo spavento.
Non lo sapevo davvero, che gli elefanti ringhiassero.

DAG

10 commenti:

Tanì ha detto...

ma che meraviglia! non saprei cosa scegliere, se i gavettoni al tempio, i copertoni nel fiume, gli elefanti incazzosi o il bus sgangherato!
Buon capodanno e buona Pessach (è domenica, te lo dico così se vuoi farti bello con qualche amico ebreo...)

Lazia ha detto...

hai azzardato un pò troppo, e direi che ti è andata molto bene. Gli elefanti possono essere assai pericolosi e poi se si arrabbiano sanno correre all'impazzata, molto più veloci di un normale essere umano.
Stai attento Andrea a non fare esperimenti su ciò che non conosci: adesso che sei anche senza telefonino dove ti vieniamo a cercare sennò ?

A tal riguardo volevo dirti che i tuoi post noi li leggiamo sempre, ci divertono molto e provvediamo regolarmente ad aggiornare anche la nonna.
Però come fare per riportare in vita il tuo telefonino, quello no, non so proprio aiutarti...
Prudenza e baci,
lazia

Anonimo ha detto...

Come ti sei definito? Pirla? soltanto? sei troppo buono con te stesso!!
Dai, non rischiare così tanto, non farmi/ci stare troppo in pensiero.

Anonimo ha detto...

Ma che fifone sei? Quanto la fai lunga, salta su quell'elefante e goditi la gita.
P.S. Ma hai lasciato Jun da solo con una minorenne? Disgraziato!

DAG_photo ha detto...

La minorenne in questione si sarebbe potuta mangiare Jun a colazione... altroche

Gualtiero 'BigG' Tronconi ha detto...

Bestiaccia a quanto pare sono l'unico che avrebbe agito esattamente come te per vedere gli elefanti (ma certo io non sono la persona da imitare in quanto a prudenza). Sono tornato anche io in Italia che mi ha accolto con un bel tempo di merda... Se nessuno te l'ha ancora detto, togli la tessera dal cellulare rotto prima che qualche corto circuito dovuto all'ossidazione di sputtani anche quella.

Baci
BigG

Unknown ha detto...

Quella degli elefanti è degna di Salgari. Mi aspettavo che iniziassero amettersi sulle due zampe posteriori e iniziassero a barrire con con gli occhi feroci iniettati di sange. Se avessi portato due zollette di zucchero avrebbero ballato anche il valzer. NON sono AFRICANI! Quelli indiani (asiatici) sono tendenzialmente mansueti a meno di rompere pesantemente le loro enormi palle. Baci KONTZ

Tanì ha detto...

ma insomma, tutta sta gente che se ne va in giro per il mondo e io a letto con 40 di febbre! ma dov'è la giustizia? e come se non bastasse non posso neppure mandarti un po' di messaggini piagnucolosi!! quando arrivi in Cina??
besos

Unknown ha detto...

dag, dove cazzo sei finito?
(always lovely) pao

Gualtiero 'BigG' Tronconi ha detto...

Caro André, vedo che non sono l'unico a sentire la mancanza del tuo cell (vero Tani) sappi che qua le cose si evolvono e ci manchi anche solo per darci del pirla (cosa che forse meriteremmo in questo periodo più che mai) spero di leggere tue nuove quanto prima e che tutto vada per il meglio.

Un Abbraccio
BigG